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124 | poemetti allegorico-didattici |
XXX
Noi semo in un cammino e dovén gire
in uno loco, amico, di ragione;
cioè al ben, che que’ che ne formòne,
4se nol perdén per lo nostro fallire,
n’have promesso; ma non può salire
soperbia né rigoglio in tal magione;
ma ’l core umilïato ogne stagione
8è la virtú per ch’uom vi può salire.
Similemente dico in questa vita;
che vizio tengo lo badar sí alto
11che, quando si conosce, che n’abbi onta.
Ma quegli è saggio, che nel grado monta
mezzanamente, né mai non fa salto
14che disinor gli torni a la finita.
XXXI
Grazie ti rendo, amico, a mio podere,
de la tua saggia e dritta conoscenza,
dove ti fa venire il buon volere
4che hanno quei cui dirittura agenza,
che no gli lascia iscorrer né cadere
in quello loco ove non ha guirenza,
ma gli dirizza sí che con piacere
8vegnon tuttor gioiosi a la sentenza,
non temendo neun, checché si dica,
però che hanno di quella vertute
11la compagnia, ched è senza fatica.
E poi l’aprendi, amico, avrai salute,
la dritta via che ’l gentil cor notrica,
14e tutte cose manche fa compiute.