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il tesoretto 7

ch’or è Re dela Magna
e la corona atende,
se Dio nolli ’l contende;
ché giá sotto la luna
     130non si truova persona
che per gentil legnagio,
né per alto barnagio,
tanto degno ne fosse
com’esto Re Nanfosse.
     135E io presi compagna,
e andai in Ispagna,
e feci l’ambasciata
che mi fue comandata;
e poi sanza sogiorno
     140ripresi mio ritorno,
tanto che nel paese
di terra navarrese,
venendo per la calle
del pian di Roncisvalle,
     145incontra’ uno scolaio
su ’n un muletto baio
che venia da Bologna,
e, sanza dir menzogna,
molt’era savio e prode.
     150Ma lascio star le lode,
che sarebono assai.
Io lo pur domandai
novelle di Toscana
in dolze lingua e piana,
     155ed e’ cortesemente
mi disse immantenente,
che Guelfi di Fiorenza
per mala provedenza
e per forza di guerra
     160eran fuor dela terra,
e ’l dannagio era forte