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sonetti e canzoni 101

merzede umil vi chero,
che lo piú ch’io attendo
per questo profferere
55mi deggia in voi valere,
cosí com’io vi spero:
ché pur di vero — mi sembra che n’avrete
bona pietá, veggendo che facete
invêr di me piacente ed amorosa
60la vista donde ’l meo cor si riposa.

VII

     Amor, per Deo, piú non posso sofrire
tanto gravoso istato,
ch’almen non muti lato
in dimostrar mia grave pena e dire;
5avegna ben che n’ho sí poco fiato,
com’io mi sento ardire,
dovess’i’ discovrire
ciò donde molto piú seria ’ngombrato.
Ma poiché tormentato
io son tanto soferendo,
crescer lo vo’ dicendo,
che per ragion si dee rinnovellare.
Ed io solo pertanto
rinnovo mio penare
15in pietoso pianto,
che voi, donna sovrana,
ormai siate certana
che senza vostro aiuto
sono al morir, tant’è ’l dolor cresciuto.

     20Ben veggio, Amore, e sentomi sí forte
gravato a dismisura,
che sol vostra figura