bench’io unque assapere 20nol vi facesse dia;
ché tutta via — so’ stato sofferente,
mirando l’atto e lo bellor sovente
di voi, ma non in guisa ch’omo nato
potesse mai sapere di mio istato.
25Ma s’or col core umile,
Amor, prendo ardimento
di dirvi mio talento,
non vi deve esser grave,
ché quei ch’è segnorile 30e dona compimento
di tutto piacimento
in ciò forzato m’have,
mostrandomi soave — ch’i’ vi dica
come tuttora il mi’ cor si notrica 35nel vostro dolce amor, lo qual disio
sí ch’onn’altro pensar per quell’ublio.
E poiché Amor vole
di me che cosí sia,
comincio, vita mia, 40di ciò a divisare;
ché le dolci parole
piene di cortesia
e l’umil gentilia
che ’n voi tuttora pare 45e ’l riguardare — de l’allegra bieltate,
co l’amorosa vista che voi fate,
allor ch’i’ vi rimiro, lo meo core
ten, com’ho detto, in cotanto dolzore.
Poi tanta gioia prendo, 50Amore, in voi vedere,
com’io vi fo parere,