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tanto perfettamente la fisionomia d’un cadavere livido e stecchito, che il più sottile esame non sarebbe potuto giugnere a scuoprirne l’artificio. E nulladimeno tutti quegli ebbri gaudenti avrieno forse, se non approvato, tollerato almeno il brutto e schifoso tiro: ma il carattere dell’orrore era estremo, poichè la maschera aveva avuto la bruttissima idea di adottare il tipo della Morte Rossa. I suoi indumenti vedevansi oscenamente chiazzati di sangue — e la sua ampia fronte e le linee della faccia schifosamente cincischiate di spaventevole scarlatto.

Non sì tosto gli occhi del principe Prospero caddero sopra questa figura di spettro, — il quale, quasi a meglio rappresentar la sua parte, incedeva qua e là con passi lenti, enfatici e solenni attraverso gli affollati danzatori — che d’un tratto fu veduto come magneticamente côlto di brividi di terrore e di spavento: il che fu come lampo, poichè immantinenti la sua fronte s’imporporò per impeto di selvaggia rabbia.

— Chi osa, — chies’egli con voce tremula d’ira a’ cortigiani che gli stava intorno, — chi osa dunque insultarci con tanto sacrilega ironia? Arrestate il temerario e smascheratelo; — importa sapere chi sia colui che al primo sole appenderemo, pasto dei corvi, a’ merli del castello!

Queste parole il principe Prospero le profferiva a mezzo la camera turchina, che guardava il levante; ed esse si ripercossero spiccate e sonore in tutte le sette camere; avvegnachè il principe fosse uomo imperioso ed aitante, e la musica delle danze al semplice segno di sua destra avesse tosto taciuto. E il principe, lo dissi, stava nella camera turchina ritto a mezzo denso stuolo di cortigiani.