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sola; — e le fantasime erranti agghiadano, e, come tocche di paralisi sospendono ogni lor mossa. Ma, dileguati gli echi della soneria — le loro vibrazioni non durano che pochi istanti, — dileguati appena, dico, ecco un’ilarità lieve lieve e mal simulata circolare sui volti di tutti. E la musica novellamente s’infiamma, e rivivono i sogni, e più ebbri e folli di prima intrecciansi, contorconsi, e trasformansi, riflettendo i colori delle finestre attraverso i quali scintillano i raggi del treppiede ardente. — Tuttavia, là in fondo, nella camera volta a ponente nessuna delle maschere osa avventurare l’audace piede; poichè, e la notte s’avanza ed una luce ognor più rossa piove traverso i cristalli dal color di sangue, ed il bruno dei funebri tappeti è spaventoso: all’insensato ch’ivi rivolga i suoi passi, l’orologio d’ebano fa sentire un sonío più grave, più solennemente energico di quello che manda alle orecchie delle maschere stoltamente turbinanti nella piena spensieratezza delle altre sale.

Nelle quali tutte è un formicolare di cortigiani meraviglioso, a cui le mille febbri degli accesi sensi agitano convulsivamente il cuore. — E le danze procedevano ognor più animate e festose, e la tensione del piacere grandissima: — quand’ecco, in fine, si sentono i tocchi della mezzanotte, mandati dall’orologio d’ebano. Allora, come dissi, issofatto la musica cessa, e sull’istante si sospendono le danze; e d’ogn’intorno, come già prima, librasi un’immobilità ansiosa e crudele. Ma questa volta la soneria dell’orologio aveva battuto dodici tocchi; per cui egli è verosimile che un’idea ancora più penetrante ed insistente s’insinuasse nelle meditazioni di coloro che in così grande, e gavazzante