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dissi meco stesso, è scritta in quel petto! — E allora mi colse un desio febbrile di non perdere più di vista quell’uomo, — di conoscere quanto più potessi di lui. In tutta fretta m’infilai il soprabito, e, preso il cappello e la mazza, mi lanciai nella via, affrettandomi ad attraversare la folla nella direzione ch’io gli aveva veduto prendere, poich’egli erami già sfuggito di vista. Con qualche difficoltà giunsi alfine a discernerlo, me gli accostai e gli tenni dietro davvicino, studiando però le maggiori cautele per tema di non attirarmene l’attenzione.

Ma ora io poteva comodamente studiare tutta la sua persona.

Era desso uomo di piccola statura, magrissimo e apparentemente assai debole. Sconci e laceri gli abiti; ma siccome di tanto in tanto e’ passava sotto la fiamma vivissima de’ fanali a gaz, mi accorsi che la camicia, quantunque assai sporca, era però di finissima qualità; e, se gli occhi non mi fecero inganno, a traverso un largo strappo del mantello, evidentemente compro di rivendita, in cui con gran cura s’era tutto ravvolto, sembrommi di scorgere lo splendore d’un diamante o d’un pugnale. Le quali osservazioni raddoppiarono la mia curiosità, e mi fecero risolvere di tenere dietro all’incognito, dovunque a lui fosse piaciuto dirigersi.

Ma oramai era notte piena, e su tutta la città distendevasi una nebbia umida e spessa, che non tardò a risolversi in acquerúgiola fastidiosa e continua; e questo mutarsi del tempo produsse un effetto bizzarro sulla folla, che fu tutta quanta sconvolta da un nuovo movimento, scomparendo