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La quale, essendo una delle precipue arterie della città, per tutto il giorno era stata percorsa da folla immensa: ma, al sopravvenire della notte, la folla — quasi onda crescente — di minuto in minuto s’era venuta addensando; e, tosto che tutti i fanali furono accesi, due opposte correnti di popolo, coerenti fitte e continue, fluivano dinnanzi la porta.
Io non mi era mai trovato in una circostanza simile, nella circostanza soprattutto di questo particolar momento della sera; e quel tumultuoso campo di teste umane mi colmava di un’emozione dolcissima, un’emozione anzi tutta nuova. Alla fine non prestai più veruna attenzione a quanto si passava nel caffè, e rimasi completamente assorto nel contemplare la scena del di fuori.
Dapprima, le mie osservazioni assunsero un colorito astratto, di fina e generale analisi. Osservava que’ passanti a masse, e il mio pensiero non li considerava che nei loro rapporti collettivi. Nondimeno, in breve, trassi a’ particolari, ed esaminai con minuzioso interesse le varietà innumeri delle figure, gli abiti, l’incesso, le telette, l’aria, i visi, l’espressione delle fisonomie, insomma.
Il maggior numero dei passanti ostentava un contegno convinto e proprio degli affari, e pareva unicamente preoccupato d’aprirsi un passo in mezzo alla folla. Aggrottavano eglino le sopracciglia ruotando gli occhi lampeggianti; e, ogni qual volta fossero urtati da qualche vicino, nessun segno d’impazienza si rivelava sui loro volti, ma racconciavansi pazienti le vesti, ed acceleravano i passi. Altri — una classe eziandio numerosissima — erano nelle lor mosse irrequieti, avean sanguigne