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in pochi giorni l’opra lenta ed assimilatrice degli anni.
Ecco or l’ultimo, mestissimo atto della sua vita, che narriamo con le stesse parole del Cinelli, seguace del Griswold, cui tuttavia non risponde esattamente il Baudelaire.
«Il 4 ottobre mosse verso Nuova York per adempiere ad un impegno letterario e far gli apparecchi del suo matrimonio. Arrivato a Baltimora, diede la sua valigia ad un facchino con ordine di portarla ai carri che dovevano partire fra una o due ore per Filadelfia. Entrò intanto in una taverna a ristorarsi, e trovò conoscenti che lo invitarono a bere. Dimenticati d’un tratto i suoi proponimenti ed obblighi, venne in poche ore a tale stato da doverlo portare allo spedale, dove la sera di domenica, 7 ottobre 1849, morì in età di trent’otto anni».
Il francese non parla di matrimonio, e dice che il 4 ottobre, quando partì per Nuova York, si lagnava di brividi e di noiosa spossatezza. Che la sera del 6, mandata allo scalo la sua valigia per recarsi a Filadelfia, entrò in una osteria a prendervi un liquore qualunque; dove trovate vecchie conoscenze, obbliò il viaggio, i sani propositi, sè stesso, e vi passò la notte.
E prosegue:
«Nel mattino, in sul primo punto dell’alba, un cadavere fu trovato nella via (ci dovremmo