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l’anno successivo, di là spediva i suoi pregevoli scritti, che invero riuscivano molto a verso del suo protettore, specialmente per quel non so che di terrifico e per quelle tinte di strana fosforescenza che vi traspariano, massime nelle novelle: nel qual giornale tra le altre cose pubblicò la curiosa storia di Hans Pfaall.
Ma ei continuava a darsi ben poco pensiero d’una vita seria ed ordinata e, recatosi a Richmond, ricadde nelle antiche abitudini, talmente che, un giorno in cui aveva riscosso i suoi stipendi, tanto lascíossi andare al bere, che rimase un’intiera settimana bestialmente briaco ed inetto. E White allora a discacciarlo, e gli amici a rabbonirlo, ed egli ad arrendersi a condizione che il poeta smettesse una volta dallo andazzo funesto. — E dire che la prosperità del Southern Literary Messenger dovevasi alla maledetta bizzarria di quest’uomo, di questo incorreggibile briacone!
Ma se il Poe prometteva di buona voglia e talora con propositi convinti, sventuratamente non era più da lui il sapersi saviamente governare, chè la forza dell’abito tanto il tirava, che la memoria dell’odierna promessa perdevasi nella occasion del dimani. Sì che tra questo procedere ineguale e funesto, giunto il 1837, lasciò la Rivista per recarsi a Filadelfia, e a Nuova York da poi, dov’entrava scrittore della