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le lucide nereggianti lor linee. Quelle figure però assumevano arabesco carattere allora soltanto che l’occhio si faceva ad esaminarle da un dato punto fisso. Ed esse eran fatte in modo che mutavan d’aspetto in più foggie, metodo oggimai alla commune, le cui prime traccie e perfezionamenti salgono all’antichità più remota. Per chi, per esempio, fosse entrato nella camera, quelle figure prendevano aspetto di semplici mostruosità; se non che quelle apparenze grado grado si trasformavano, e, passo passo e mutando luogo, il visitatore vedevasi circondato da una continua processione di forme spaventevoli, simili a quelle figliate da superstizioni settentrionali, o alle fantasime volteggianti nei colpevoli sogni di ascetici e romiti monaci. Il quale fantasmagorico effetto s’accresceva ancora per doppio mercè l’artificiale introduzione d’una forte e continua corrente d’aria dietro gli arazzi, la quale comunicava a quel tutto una ributtante ed irrequieta animazione.
Tale il soggiorno, tale la camera nuziale dov’io passai con la signora di Tremena l’empie ore del primo mese del nostro matrimonio, — e le passai senza grande inquietezza. —
Che mia moglie temesse il selvaggio e feroce mio umore, — che facesse studio di evitarmi, — che mi amasse appena appena mediocremente, era cosa che mi pareva chiarissima, tale che certo non mi poteva omai dissimulare; ma ciò, lo confesso, anzichè venirmi a fastidio, riesciva a piacere. Avvegnachè da cotesta unione era in me sorta grado a grado, e come per influsso straniamente invincibile, un’avversione d’istinto, viva, acuta, intensa; onde io finii per odiarla con odio men proprio dell’uomo
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