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tratti — a partir dalla schiumosa zona — ad un’immane distanza su la china: ma l’ulterior nostra discesa avvenne su per giù in modo piuttosto uguale, cioè non tanto rapido. Scorrevamo sempre, sempre, circolarmente, non più con moto uniforme, ma a slanci e scosse assordanti che ora ci balzavano a una centinaja di jarde1 ed ora ci facevano persin compiere un’intiera rivoluzione sulla bocca del vortice. E ad ogni nuovo giro ci accostavamo alla voragine, lentamente, è vero; ma in modo sensibilmente graduato.

E con l’occhio discorsi la superficie dell’ampio deserto di ebano da noi solcato, e mi accorsi come la nostra barca non fosse il solo oggetto attratto nelle spire del vortice. Di sopra e sotto di noi scorgevansi avanzi di navigli, e grossi pezzi d’armature, di navi, e buon numero d’oggetti varj, frammenti di mobilie, di bauli, di barili, di doghe, ecc. Vi ho diggià detto la curiosità soprannaturale in me sottentrata ai terrori primitivi; ma qui mi pareva ch’essa si fosse accresciuta in proporzione che mi avvicinava all’orribile mio destino: quindi diedimi ad osservare, con istranissimo interesse i numerosi e molteplici oggetti che galleggiavano in nostra compagnia. Bisognava ch’io fossi preda del delirio, poichè devo confessare che provava una specie di piacere in calcolare le relative velocità della loro discesa verso il turbine di schiuma.

E una volta giunsi persino a dire: — Ecco, quell’abete là fia il primo di tutti noi a far l’orribile

  1. Yard, misura lineare inglese, un po’ più lunga del metro, quasi uguale ad un’auna di Francia.

    B. E. M.