Pagina:Poe - Storie incredibili, 1869.djvu/260


— 254 —


quello della mia individuale conservazione, al cospetto d’una così bella manifestazione della potenza di Dio. E penso che me ne salisse il rossore alla fronte quando tale idea mi lampeggiò nello spirito: — alcuni istanti dopo io venni invasato dalla più ardente curiosità rispetto al vortice medesimo. E provai realmente il disio, l’intenso disio d’esplorarne i suoi profondi abissi, dovesse pure esserne prezzo il sacrifizio di me stesso; solo ed unico mio rammarco il pensare che tuttavia non mi fosse dato raccontare a’ miei vecchi camerata i misteri ch’eran lì lì per aprirmisi. Certo, quelli eran pensieri singolari per tenere occupato lo spirito di un uomo che trovavasi a tali estremi; — e lo confesso, da allora ho pensato più volte che i giri del battello intorno l’abisso mi avessero un po’ tolto di capo il senno.

Nullameno una circostanza contribuì a rimettermi nella signoria di me stesso; e fu la completa cessazione del vento, che, al punto ove omai ci trovavamo, non giugneva più a colpirci: che, come potrete giudicarlo per voi stesso, la suddetta zona di schiuma trovandosi notevolmente al di sotto del natural livello dell’oceano, questo, in quella nostra postura, ci si levava sopra a mo’ della cresta di alta e nereggiante montagna. E se non vi trovaste mai in mare nelle furie di forte tempesta, voi non potete farvi un’idea delle agitazioni dello spirito, deste per la simultanea azione del vento e delle nebbie. Tutto ciò vi accieca, vi sbalordisce, vi affoga togliendovi ogni facoltà di oprare e di riflettere. Ed ormai noi ci sentivamo grandemente sollevati di tutti questi fastidi — simili agl’infelici dannati nel capo, cui accordasi in pri-