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sotto un gran vento, e s’ei trovasi al largo, paion sempre voler prorompere di sotto la chiglia — fatto molto strano a’ non pratici del mare — lo che in lingua di bordo suol dirsi andar di bolina1. Il che andava bene sin tanto che noi correvam sull’ondata, ma attualmente un gigantesco mare ci coglieva alle spalle, sollevando i suoi flutti, alto, alto, alto, quasi per lanciarci su ’n cielo. Nè io avrei mai creduto che un’ondata potesse salire tant’alto. E dappoi scendevamo descrivendo una curva, uno sdrucciolo, un tuffo, che mi dava la nausea e le vertigini, come quando in sogno cadesi dall’altezza sterminata di una montagna. Ma dalla cresta sublime di quei marosi, rapido qual lampo, io aveva discorso d’ogn’intorno lo sguardo, e quell’occhiata istantanea erami bastata; bastò quell’attimo a disvelare tutta l’orribil nostra posizione. Il vortice del Moskoe-Strom trovavasi, in dirittura, d’innanzi a noi un quarto di miglia circa, ma e’ tanto poco s’assomigliava al Moskoe-Strom di tutti i giorni, quanto il turbine che voi vedete ora si assomiglia a’ rivolgimenti d’un molino. Se io non avessi saputo dove eravamo, e ciò che era da aspettarci, confesso che non avrei riconosciuto il sito. E tale mi apparve, che issofatto gli occhi si chiusero involontariamente per orrore, e le mie palpebre rimasero come incollate di spasimo.

In men di due minuti ci accorgemmo che il fiotto erasi calmato, e allora fummo tutti avvolti

  1. Riding nel testo; qui però avrebbe a valere il To ride athwart, essere, cioè, con la prua a traverso della corrente.

    B. E. M.