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IV.
Smeraldi e perle, topazi ed oro
Formâr la porta con gran lavoro;
Ma l’arte in tutto vittrice appar.
Ed ivi sboccano in gran concento
Voci di gioja e di contento;
E gli echi a dieci, a cento, a mille
Destan lontane mistiche squille;
E al re felice di riva in riva
Gli echi rimandano: E viva! e viva!
V.
Ahi, ria sventura! Avvenne un giorno
Che su quest’almo, regal soggiorno
D’infausti Spirti piombò una schiera,
Ch’alta di morte tenea bandiera.
Tutto allor cadde nelle rovine, —
Sovrano, Impero — tutto ebbe fine! —
Piangiam que’ giorni, fedeli amici,
Piangiam que’ Genî già sì felici...
Tutto scomparve: l’amor, il riso,
Il Sir, la gloria di quell’Eliso;
Solo ci resta fatale storia,
Di vecchi tempi truce memoria. —
VI.
Ed ora il vïandante in questa valle,
Traverso le finestre rosse e gialle,
Vede spettri passar confusamente
Al suono d’una musica stridente;