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te, persone delle classi più elevate della società, ottimamente educate, quantunque i loro abbigliamenti, a quanto mi sembrò, fossero di una sontuosità stravagante. Osservai inoltre che, almeno per due terzi, i commensali erano signore, e che parecchie di esse non erano vestite secondo l’ultima moda, nè secondo il buon gusto parigino di allora. Alcune donne, per esempio, che non dovevano avere meno di settant’anni, erano cariche di una profusione di gioielli: braccialetti, anelli e orecchini, e ostentavano sfacciatamente abbondanti nudità di seni e di braccia. Notai inoltre che pochissime di quelle toilettes erano ben fatte, o almeno che la maggior parte di esse si adattavano male alle persone che le indossavano. Guardandomi intorno, vidi l’interessante signora alla quale Maillard mi aveva presentato nel salotto; ma rimasi assai sorpreso nel vederla infagottata in una veste a panieri, troppo larga per lei, con scarpe dai tacchi troppo alti, e con un sudicio berretto di pizzo di Bruxelles, anch’esso troppo largo, che dava alla sua faccia una ridicola apparenza di piccolezza. Nel salotto, le avevo visto un abito di gran lutto, che le stava a meraviglia. Insomma, tutta quella gente era abbigliata in modo singolare, che mi richiamò alla mente la mia idea primitiva del sistema della dolcezza, e mi fece pensare che Maillard avesse voluto ingannarmi fino alla fine del pranzo, per timore che avessi a sentirmi a disagio, durante il pa-