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sussiego, mentre andava facendo capriole, nello scendere giù per la collina, e mentre andava disegnando ogni sorta di fantastici passi di danza. Bontà divina! che spettacolo, quello, per gli onesti borghesi di Vondervotteimittiss!

Per dir tutto con chiarezza, aggiungerò che quel ribaldo aveva nella fisonomia, a dispetto del suo sogghigno, un carattere audace e sinistro, e che — mentre egli galoppava direttamente verso il villaggio — la forma bizzarramente tronca de’ suoi scarpini bastò a destare molti sospetti. Anzi, parecchi dei borghesi che lo guardarono quel giorno avrebbero dato qualche cosa per poter guardare sotto al fazzoletto di batista bianca che pendeva in modo tanto irritante dalla tasca posteriore della sua marsina a coda di rondine. Ma ciò che principalmente produsse una giusta indignazione, fu il vedere che quel bricconcello, mentre ricamava a volta a volta un fandango o delle piroette, non aveva alcuna regola, nel ballare, e pareva non possedesse nemmeno la più vaga nozione di ciò che si chiama il tempo.

Il buon popolo della borgata non aveva ancora potuto riflettere sufficientemente su tutte queste cose, quando, proprio mezzo minuto prima di mezzogiorno, il ribaldo si slanciò risoluto in mezzo a quella brava gente, e fece alcuni salti e scambietti. Poi, dopo aver piroettato alquanto, egli andò, come volando, verso la torre della casa comunale, dove il custode dell’orologio,