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si appoggiano tutte alle colline con le loro parti posteriori, e guardano tutte, naturalmente, il centro della pianura, che è esattamente a sessanta yards dalla facciata di ciascuna abitazione. Ogni casa ha davanti a sè un giardinetto, con un piccolo viale circolare, una meridiana e ventiquattro cavoli. Anche le costruzioni sono tanto perfettamente uguali, ch’è impossibile distinguerle una dall’altra. Per la sua estrema antichità, lo stile dell’architettura è alquanto bizzarro; ma appunto perciò è più notevolmente pittoresco. Le costruzioni sono fatte di piccoli mattoni bene induriti al fuoco, rossi con angoli neri, così che i muri sembrano grandi scacchiere. Le finestre sono strette e profonde, con vetri piccolissimi in grosse intelaiature. I tetti sono coperti di numerosissime tegole con orecchiette vòlte all’insù. Lo scheletro è, in ogni casa, di un legno di colore cupo, molto lavorato, ma con poca varietà nei disegni; poichè da tempo immemorabile gli scultori in legno di Vondervotteimittiss sanno scolpire soltanto due oggetti: un orologio, e un cavolo. Ma li scolpiscono ammirabilmente, e li prodigano con una singolare ingegnosità, dovunque trovino un po’ di spazio per lo scalpello.

Le abitazioni si somigliano anche all’interno, come all’esterno, e i mobili sono dappertutto dello stesso modello. I pavimenti sono di mattonelle quadrate; le sedie e le tavole sono di legno nero, con gambe tôrte, gracili, più sottili