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Ma, senza mostrarsi offeso da una condotta sì straordinariamente villana, il gran presidente sorrise con molta grazia ai nostri intrusi, fece loro col capo impennacchiato di nero un cenno dignitosissimo, e, alzatosi, prese ciascuno dei due per un braccio e li condusse verso due seggi preparati per loro dagli altri personaggi. Legs non oppose resistenza alcuna e si sedette dove fu condotto, mentre invece il galante Hugh, preso il cavalletto che gli era stato assegnato a capotavola, lo portò accanto alla donnina tisica dal bel sudario, si lasciò cadere a sedere vicino a lei, con grande allegria, e, versandosi un cranio di vino rosso, brindò, augurandosi una più intima conoscenza. Ma a tale presunzione il rigido gentiluomo dal feretro parve singolarmente esasperato; e la cosa avrebbe potuto dar luogo a gravi conseguenze, se il presidente, battendo sulla tavola col suo scettro, non avesse attirata l’attenzione di tutti i presenti sul seguente discorso:
— La lieta occasione che ci si presenta c’impone il dovere di...
— Fermati! — interruppe Legs con grande serietà; — fermati un momento, ti dico, e spiegaci chi diavolo siete, tutti voialtri, e che cosa fate qui, equipaggiati come tanti demoniacci e intenti a tracannare il buon torcibudella del nostro onesto Will Wimble il beccamorti, divorando tutte le sue provviste accumulate nella stiva, per l’inverno!