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tezza prodotta dai fumi delle bevande che ubbriacano. Quel gentleman era coperto da capo a piedi da un mantello di velluto di seta nero, sontuosamente ricamato, che ondeggiava negligentemente intorno al suo corpo, a guisa di una cappa spagnola. La sua testa era abbondantemente irta di pennacchi da carri funebri, ch’egli faceva dondolare con grande affettazione, e, nella mano destra, egli teneva un gran femore umano, col quale aveva colpito allora, a quanto sembrava, uno dei membri della compagnia, per imporgli di cantare una canzone.

Dirimpetto a lui, e con le spalle rivolte alla porta, c’era una dama, la cui fisonomia era altrettanto straordinaria. Quantunque non fosse meno alta del personaggio or ora descritto, costei non aveva alcun diritto di lagnarsi d’una magrezza anormale. Era, evidentemente, nel periodo estremo dell’idropisia, e il suo aspetto generale era molto simile a quello dell’enorme botte di birra d’ottobre che si ergeva, sfondata in alto, in un angolo della sala. La sua faccia era singolarmente rotonda, rossa e piena; e la stessa particolarità, o piuttosto assenza di particolarità che ho già notata per il presidente, caratterizzava la sua fisonomia; e cioè una sola parte di quella faccia meritava uno sguardo speciale. D’altronde il perspicace Tarpaulin vide subito che la stessa osservazione poteva essere ispirața da tutti quei personaggi, ognuno dei quali