Pagina:Poe - Racconti grotteschi, Milano, Sonzogno, 1928.pdf/19

dando, si smarrirono in breve in quelle profondità complicate e mefitiche.

Se non fossero stati tanto ubbriachi da aver perso completamente il senso morale, i loro passi vacillanti sarebbero stati paralizzati dagli orrori della loro condizione. L’aria era fredda e brumosa. Fra l’erba alta e vigorosa che saliva fino alle caviglie, i ciottoli scalzati giacevano in gran disordine. Case crollate ostruivano certe vie. I più fetidi e più deleterî miasmi regnavano dappertutto; e, grazie a quella pallida luce che anche a mezzanotte emana sempre da un’atmosfera brumosa e pestilenziale, si sarebbero potute scorgere, giacenti attraverso le vie e i vicoli, o in putrefazione entro le case prive d’imposte, molte carogne di ladri notturni, fermati dalla mano della peste nel corso delle loro delittuose imprese.

Ma nè aspetti, nè sensazioni, nè ostacoli di questo genere potevano arrestare la corsa di due uomini, i quali, fondamentalmente coraggiosi, e, specie quella notte, traboccanti di coraggio e di humming-stuff, sarebbero ruzzolati intrepidi, direttamente quanto l’avrebbe consentito loro l’ubbriachezza, fin dentro alle fauci della Morte. Avanti, sempre avanti, andava il sinistro Legs, facendo echeggiare in quel deserto solenne grida simili al terribile urlo di guerra degl’Indiani. E con lui sempre, sempre correva il tarchiato Tarpaulin, aggrappato al farsetto del compagno più