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e di liquori che, dati i rischi e le difficoltà dello spostamento, molti dei numerosi bottegai di quei quartieri si erano rassegnati ad affidare a sì insufficienti difese.

Ma nell’ambiente del popolino colpito dal terrore, erano pochissimi coloro che attribuivano quei fatti all’azione di esseri umani. Gli Spiriti della peste, i Demoni della febbre, erano, secondo il volgo, autori di ogni sventura; e si narravano incessantemente, su quell’argomento, cose tali da agghiacciare il sangue, cosicchè tutto l’insieme degli edifici chiusi fu a poco a poco avvolto nel terrore come in un sudario, e il ladro stesso, in molti casi, sgomentato dall’orrore superstizioso prodotto dalle sue imprese, finiva col lasciare il vasto circuito del quartiere maledetto, alle tenebre, al silenzio, alla peste e alla morte.

Appunto da una delle barriere a cui si è accennato, e che indicavano l’ingresso di una zona proibita, Legs e il bravo Hugh Tarpaulin, in fuga per un vicolo, videro improvvisamente fermata la loro corsa. Non potevano pensare a retrocedere, e non c’era tempo da perdere, poichè avevano già quasi alle calcagna i loro inseguitori. Per due marinai puro-sangue, l’arrampicarsi su quell’impalcatura rozzamente costruita non era che un giuoco, e, esasperati dalla duplice esasperazione della corsa e dei liquori bevuti, essi saltarono risolutamente dall’altra parte, e poi riprendendo la loro corsa pazza, e urlando e gri-