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stre parole: «Niente gesso!»1 che non senza stupore nè senza sdegno vedevano scritte sulla porta, a grandi caratteri tracciati proprio col gesso, con quello spudorato gesso che osava dichiararsi assente!

La facoltà di decifrare i caratteri scritti — considerata dal popolo di quei tempi come un po’ meno cabalistica dell’arte di tracciarli, — non avrebbe potuto, secondo una rigorosa giustizia, essere attribuita a quei due alunni del mare. Ma, in verità, quelle lettere avevano certi attorcigliamenti e, nel loro insieme, una non so quale indescrivibile agitazione, che facevano prevedere ai due marinai una burrasca della peggior specie, e che li decisero ad un tratto, secondo il linguaggio metaforico di Legs, a «preparare le pompe, ad abbassar le vele, e a fuggire davanti al vento».

Così, dopo aver bevuta la birra che restava, e dopo essersi solidamente allacciati i corti farsetti, i due amici si slanciarono improvvisamente verso la strada. Tarpaulin, a dire il vero, entrò due volte nel vasto camino, prendendolo per la porta, ma la fuga finì con l’essere effettuata felicemente, e, mezz’ora dopo la mezzanotte, i nostri due eroi, evitata la burrasca, correvano risolutamente per una viuzza buia, dirigendosi

  1. Non si fa credito!