Pagina:Poe - Perdita di fiato, traduzione di A.C. Rossi, Bottega di Poesia, Milano, 1922.djvu/98


lontana ed estremamente bella parente del suo secondo marito, tal Madame Stèphanie Lalande.

Quella famosa sera d’opera, avevo attirato l’attenzione della mia arcibisnonna, guardandola ostinatamente; ed esaminandomi col suo occhialetto, era stata colpita da una cert’aria di famiglia. Risvegliato così il suo interesse, e sapendo che l’erede di cui era in cerca abitava appunto in quella città, chiese notizia di me ai suoi amici. Il signore che l’accompagnava, mi conosceva di vista e le disse chi ero. Queste informazioni la indussero a guardarmi di nuovo con attenzione; fu appunto questo esame che mi diede ardire a comportarmi nei modi assurdi che ho già partitamente narrati. Essa rispose al mio inchino, tuttavia credendo che grazie a qualche accidente curioso, avessi scoperto la sua identità. Quando io, tratto in inganno dalla mia debole vista e dalle arti della toilette circa l’età e le attrattive della donna straniera, dodomandai a Talbot con tanto entusiasmo chi ella fosse, questi credette senz’altro che io volessi parlare della più giovane compagna, e mi informò così con perfetta verità, che si grattava «della famosa vedova, Madame Lalande».

Il seguente mattino, la mìa arcibisnonna incontrò per istrada Talbot, sua vecchia conoscenza di Parigi, e la conversazione, natural-