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pulsi, le più nobili attitudini di un uomo non sono che un polo luminoso, cui fa contrasto una dolorosa zona di tenebra e di errore, per cui ogni più eletta qualità deve essere bilanciata da qualche debolezza, da qualche perversione che ne forma il crudele contrappasso, tutta la vita di Poe, il suo singolare e straziante destino e l’angosciata coscienza ch’egli aveva, la sua fine sinistra, ne erano un esempio tanto inesorabile e significante da far apparire la sua figura, sublimata in una luce di fatalità e di martirio, come lo strumento d’una volontà superiore.

«Poeta maledetto» dunque; e infatti al suo nume si rivolsero tutti i poeti di questa schiatta che ne perpetuarono, sino al crepuscolo del secolo, la tradizione.

Quanto all’Italia, molto tardi il nostro paese si risvegliò alle correnti letterarie moderne, e così fu tardiva da noi l’imitazione di Poe, tanto tardiva da apparire anacronistica: e i protagonisti ne sono tanto noti che ci possiamo dispensare dal nominarli.

Il grosso dell’opera di Poe è tradotto in tutte le lingue, e molto noto al gran pubblico. Ma, chissà perchè, tutte le traduzioni si sono regolate su quella di Baudelaire, il quale non avendo fra mano i testi completi lasciò nell’oblìo