Pagina:Poe - Perdita di fiato, traduzione di A.C. Rossi, Bottega di Poesia, Milano, 1922.djvu/74


Talbot? E non la perderei allora per sempre? Questo pensiero era troppo orribile per poterlo sopportare. Poichè la mia futura felicità era in giuoco, risolvetti di agire con virile decisione. In una parola, dopo la fine dello spettacolo, seguii la dama sino alla sua abitazione, rilevai l’indirizzo, e la mattina seguente le mandai una lunga ed elaborata lettera nella quale versai tutto il mio cuore.

Scrissi con ardire, liberamente; in una parola, scrissi secondo dettava la mia passione. Non le nascosi nulla; le parlai persino di quel mio leggero difetto. Feci allusione alle circostanze romantiche del nostro primo incontro, e persino agli sguardi che avevamo scambiati. Mi spinsi sino a dirle che mi sentivo sicuro del suo amore; allegando questa sicurezza insieme all’intensità della mia devozione, a scusante della mia condotta altrimenti imperdonabile. In terzo luogo, parlai del timore che aveva di vederla lasciare la città prima di aver l’occasione di esserle presentato formalmente. Conclusi la lettera più pazzamente entusiastica che mai sia stata scritta, con una franca esposizione delle mie condizioni sociali e finanziarie e coll’offerta del mio cuore e della mia mano.

Attesi la risposta in una specie d’agonia. Dopo un tempo che mi parve un secolo, giunse.