Pagina:Poe - Perdita di fiato, traduzione di A.C. Rossi, Bottega di Poesia, Milano, 1922.djvu/58


e di bell’aspetto, è naturale che ne abbia un sacro orrore e che abbia sempre risolutamente rifiutato di servirmene. Davvero non conosco nulla che alteri tanto la fisionomia d’una persona giovane, e che imprima alle fattezze una tale aria ipocritamente seria, quando non santimoniosa e decrepita. Il monocolo, d’altra parte, ha inequivocabilmente del vanesio e dell’affettato: dimodochè me la son cavata alla meglio sin qui senza ricorrere nè all’uno nè agli altri. Ma basta ormai di questi particolari del tutto personali, che, tutto sommato, hanno ben poca importanza. Mi contenterò di dirvi, ancora, che sono di temperamento sanguigno, violento, ardente, entusiastico, e che per tutta la mia vita sono stato un devoto ammiratore del bel sesso.


Una sera dell’inverno scorso entrai in un palco al Teatro P. in compagnia d’un amico, il Signor Talbot. Era una sera d’opera, e i cartelloni annunciavano uno spettacolo interessante, di modo che la sala era estremamente affollata. Arrivammo in tempo, tuttavia, per occupare i posti di prima fila che ci erano stati riservati e che raggiungemmo non senza difficoltà, lavorando di gomito.