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ficato universale. Precursore legittimo, nei suoi metodi, di quella che si chiamò poesia simbolista, l’ambizione di Poe è di suscitare per mezzo della sua arte fantastica e sciolta da ogni vincolo realistico, certe emozioni primordiali, usualmente il terrore, l’angoscia, il rimpianto, l’orrore, ciascuna delle quali è propriamente, volta a volta, il soggetto delle sue composizioni; tutto il resto, la materia poetica o narrativa, non essendo da lui considerata se non come un elemento senza diritti propri, un materiale che l’artista inventa e mette in opera con piena libertà di scelta, ragionatamente e logicamente, in vista di ottenere la massima unità e intensità di effetto. Questa, in parole povere, è la sua estetica, da lui del resto dichiarata e spiegata senza reticenze, anzi con una sincerità non esente certo da esagerazioni un po’ fumistiche. E quì sta senza dubbio, non solo a nostro avviso, il segreto punto debole della sua opera, degna, per tanti altri versi, della nostra ammirazione. Egli non scrive, dominato da una intuizione organica e profonda, cui cerchi di aderire onde manifestarla autonoma e vivente: bensì, mette il suo orgoglio a costruire con paziente artificio, servendosi di tutte le risorse e le astuzie dello stile, nel che non si può contestargli una singolare maestrìa, in vista del-


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