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zi, fu sua disgrazia di doverne fare due a destra e tre a sinistra. I suoi studi furono limitati alla poesia di Crabbe 1. Egli non potè aver idea della meraviglio di una piroetta. Per lui un pas de papillon fu una concezione astratta. Egli non ascese mai al sommo di un colle. Non ha mai contemplato dall’alto d’un campanile le glorie di una metropoli. Il calore fu suo nemico mortale. Durante la canicola egli ha passato dei giorni veramente da cane. Egli ha sognato allora di fiamme e di soffocazione, di montagne sopra alle montagne, di Pelion sovrapposto all’Ossa. Egli era corto di fiato; per dire tutto in una parola, egli era corto di fiato. Gli sembrava cosa stravagante il suonare degli strumenti a fiato. Egli fu l’inventore dei ventagli automatici, delle bocche d’aria e dei ventilatori. Egli proteggeva Dupont il fabbricatore di mantici, e morì miseramente tentando di fumare un sigaro. Fu un caso il suo al quale io prendo profondo interesse, un fato che risveglia in me la più sincera simpatia.

«Ma questo», dissi, «questo» e trassi fuori con dispetto dal suo ricettacolo una forma scarna, allungata e dall’aspetto singolare, la cui singolare apparenza mi colpì con un senso dì sgradevole familiarità, «questo è un misera-

  1. Crab = granchio.