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to il mio orecchio sinistro, (che mi dava la sensazione di un collare di forza) oso dire che fui ben poco incomodato.

Quanto allo strappo patito dal mio collo al cadere dell’assicella, si trovò ad essere un correttivo della storta procuratami dal signore grasso nella diligenza.

Per mie buone ragioni, tuttavia, feci del mio meglio per ripagare la folla del suo disturbo. Le mie convulsioni vennero trovate straordinarie. I miei spasimi sarebbero stati difficilmente superabili. Il popolino chiedeva il bis. Parecchi signori svennero; e una moltitudine di signore fu portata a casa in un accesso d’isterismo. Pinxit si valse dell’occasione per ritoccare, da uno schizzo preso sul luogo, il suo ammirevole quadro di Marsia spellato vivo.

Allorchè ebbi offerto sufficiente divertimento, si credette opportuno di staccare il mio corpo dalla forca; e specialmente pel fatto che nel frattempo il vero colpevole era stato catturato e riconosciuto, cosa della quale io disgraziatamente non ero informato.

Moltissime simpatie, naturalmente, si manifestarono in mio favore e come nessuno reclamava il mio corpo, venne deciso che io sarei seppellito in una pubblica cella mortuaria.