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del Sign. Fiatassai a mia moglie. Potrei qui osservare che questa conferma della parzialità della mia signora pel Sig. F. non mi turbò affatto. Che la signora Senzafiato dovesse ammirare una persona tanto differente da me era un male naturale e necessario. Io sono, come infatti tutti sanno, di un aspetto robusto e corpulento, e nello stesso tempo alquanto basso di statura. Qual meraviglia, dunque, che la tenuità di giunco di quel mio conoscente e la sua altezza, che è diventata proverbiale, dovesse incontrare tutta la dovuta stima agli occhi della Sign. Senzafiato? Ma torniamo all’argomento.

I miei sforzi, come ho detto prima, risultarono inutili. Armadio dopo armadio, cassetto dopo cassetto, angolo dopo angolo, vennero da me frugati senza risultato. Ad un certo momento, tuttavia, mi credetti sicuro della mia ricompensa, avendo, nel rovistare in un cestello da lavoro, accidentalmente demolita una bottiglia d’olio degli arcangeli di Grandjean, che mi prendo la libertà di raccomandarvi pel suo gradevole profumo.

Con cuore pesante io tornai nel mio salotto, onde meditare quivi su qualche metodo adatto a eludere la penetrazione di mia moglie sino al momento in cui, sistemate in qualche modo le cose mie, mi fosse possibile di abbando-