Pagina:Poe - Perdita di fiato, traduzione di A.C. Rossi, Bottega di Poesia, Milano, 1922.djvu/175

stre fu terrificante, e parecchi tra gli uomini più robusti nella sala caddero svenuti per l’orrore. Ma dopo il primo selvaggio, urlante scoppio di spavento, tutti gli occhi si volsero sul signor Goodfellow. Vivessi mill’anni non potrò mai dimenticare la mortale agonia che si dipinse in quel suo viso spettrale, appena un momento prima rubicondo di trionfo e di vino. Per alcuni minuti egli sedette come una statua di marmo, mentre i suoi occhi sembravano, nell’intensa vacuità dello sguardo, volti al di dentro e assorti nella contemplazione della propria anima miserabile e assassina. Infine la loro espressione sembrò guizzare di colpo sul mondo esteriore, quando con un salto improvviso egli balzò dalla seggiola, e caduto pesantemente col capo e le spalle sulla tavola, a contatto col cadavere, egli buttò fuori rapidamente e violentemente una confessione particolareggiata dell’odioso delitto pel quale, il sig. Pennifeather era imprigionato e condannato a morte.

Ciò che egli raccontò era in sostanza questo. Seguì la sua vittima sin nelle vicinanze dello stagno: qui abbattè il cavallo con una pistolettata; finì il cavaliere col calcio dell’arma: si impadronì del portafogli, e, supponendo che il cavallo fosse morto, lo trascinò a gran fatica