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glie e i bicchieri, non pochi dei quali vennero demoliti nella confusione. «Il vecchio Carletto» che era passabilmente ebbro, ed estremamente rosso in viso, si sedette ora, con un’aria di dignità scherzosa, a capo del tavolo; battendovi sopra furiosamente con una bottiglia, e ordinando alla compagnia la massima serietà «durante la cerimonia del disseppellimento del tesoro».

Dopo alquante vociferazioni, si ristabilì una quiete perfetta, e, come succede in simili casi, subentrò un profondo e singolare silenzio. Essendo pregato di schiodare il coperchio, io mi vi accinsi, naturalmente «col più grande piacere» Inserii uno scalpello, e datigli alcuni colpi leggeri con un martello, il coperchio della cassa scattò di colpo, e nello stesso istante balzò a sedere proprio in faccia all’anfitrione, il lacerato, sanguinoso, e quasi putrefatto cadavere del Sig. Shuttleworthy. Esso guardò per alcuni istanti, fissamente e dolorosamente, coi suoi occhi putrescenti e senza luce, in pieno viso il Sig. Goodfellow, pronunciò a voce bassa, ma chiara ed impressionante, le parole: «Sei stato tu!» e ricadde di traverso sulla cassa, quasi finalmente soddisfatto, allungando sulla tavola le sue gambe tremanti.

La scena che seguì è assolutamente impossibile descriverla. La fuga verso le porte e fine-