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strarono persino più clamorosi dei suoi antichi e dichiarati nemici nell’esigere il suo arresto immediato. Ma d’altra parte la magnanimità del Sig. Goodfellow risplendette d’una luce tanto più vivida per virtù di contrasto. Egli fece una calda ed assai eloquente difesa del Sig. Pennifeather, nella quale egli alluse più d’una volta al proprio sincero perdono verso quel giovane focoso, «l’erede dell’egregio Sig. Shuttl.» per l’oltraggio che egli (il giovane gentiluomo) aveva, senza dubbio nel bollore della passione, creduto opportuno infliggere a lui (Sig. Goodfellow). «Egli lo perdonava», disse, «dal più profondo del cuore; e quanto a lui (Sig. Goodfellow) lungi dallo spingere all’estremo i sospetti che, egli lo confessava con tristezza, erano realmente sorti contro il Sig. Pennifeather, egli (Sig. Goodfellow) avrebbe fatto ogni sforzo in suo potere, avrebbe impiegato tutta quella poca eloquenza che possedeva per... per... per... addolcire sin dove egli poteva coscienziosamente farlo, le peggiori caratteristiche di questo davvero imbarazzante affare».

Il Sig. Goodfellow continuò all’incirca una mezzora su questo tono, a gran credito tanto del suo cervello quanto del suo cuore; ma proprio le persone di più buon cuore son raramente opportune nelle loro osservazioni — esse in-