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egli per lungo tempo si sforzò di trattenere gli altri amici del Sig. Shuttleworthy dal fare qualsiasi passo, stimando preferibile di attendere alquanto, una settimana o due, o un mese o due, per vedere se qualcosa non accadesse nel frattempo, o se il Sig. Shuttleworhy non tornasse nel modo più naturale e spiegasse le sue ragioni per aver rimandato innanzi il cavallo.

Credo che avrete osservato questa tendenza a temporeggiare, o a procrastinare, nelle persone che sono provate da un dolore angoscioso. Le loro facoltà mentali sembrano intorbidate, cosicchè essi hanno orrore d’ogni cosa che somigli all’azione, e non amano nulla al mondo quanto di restar quieti in letto e «cullare il proprio dolore» come dicono le vecchie signore, vale a dire, a ruminare sopra le loro disgrazie.

Gli abitanti di Rattlesborough avevano, in verità una sì alta opinione della saggezza e delle discrezione del «vecchio Carletto» che la più parte di loro si sentì disposta a seguire il suo consiglio e a non fare alcuna mossa «sin quando fosse venuto fuori qualcosa di nuovo» secondo l’espressione del vecchio gentiluomo; e io credo che, dopo tutto, questa sarebbe stata la determinazione generale, non fosse stata l’interferenza molto sospetta di un nipote del Sig.