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92 EUREKA XIV. Se le proposizioni di questo Discorso sono sostenibili, « la condizione di progressivo avvicinamento » è precisamente l’unica condizione in cui noi possiamo considerare lutte le Cose con sicurezza; e, colla dovuta umiltà, lasciatemi qui confessare che, per parte mia, sono imbarazzato a comprendere come mai qualunque altra, interpretazione dell'attuale condizione delle cose potrebbe essersi fatta strada nel cervello umano. « La tendenza all'avvicinamento » e « l'attrazione della gravitazione » sono frasi convertibili. Usando tanto Luna che l'altra, noi intendiamo parlare della reazione dell'Atto Primordiale. Non vi fu mai una necessità meno evidente che quella di supporre la Materia imbevuta di una qualità indistruttibile formante parte della sua natura materiale — una qualità, un istinto per sempre inseparabile da essa, un principio inalienabile, per virtù del quale ogni atomo è perpetuamente spinto a cercare l’atomo simile a lui. Non vi fu mai una necessità meno evidente che quella di accogliere quest’ idea non filosofica. Spingendoci arditamente al di là del pensiero volgare noi comprenderemo, metafìsicamente, che il principio della gravitazione appartiene temporaneamente alla Materia — soltanto durante la sua diffusione — soltanto mentre esiste come Pluralità invece che come Unità — le appartiene soltanto per virtù del suo stato d’irradiazione — appartiene, in una parola, interamente alla sua condizione e non assolutamente alla Materia. Sotto quest’aspetto quando l’irradiazione sarà tornata verso la sua sorgente — quando la reazione sarà completa — il principio della gravitazione non esisterà più. Ed in fatto, gli astronomi, senza raggiungere mai l’idea qui enunciata, sembra che l’abbiano avvicinata in quest’asserzione: « Se non vi fosse che un solo corpo nell’universo, sarebbe impossibile capire come si potrebbe stabilire il principio di gravità »; ciò vale a dire che dalla considerazione della Materia com’essi la trovano arrivano ad una conclusione alla quale io sono arrivato deduttivamente. Come una suggestione così feconda come quella citata abbia potuto rimanere cosi a lungo infruttuosa è un mistero che io trovo difficile da approfondire. E forse non poco la nostra propensione per il continuo — per l’analogico — e, più particolarmente in questo caso, per il simmetrico — che ci ha condotto fuori di strada. Ed in fatto, il senso della simmetria è un istinto,che può fare assegnamento su di una fiducia quasi cieca. E la essenza poetica dell' Universo — dell'Universo che nella suprema sua simmetria è semplicemente il più sublime dei poemi.