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terrestri. La terra sarebbe considerata soltanto nelle sue relazioni planetarie. Un uomo, da questo punto di vista, diviene il genere umano, un membro della cosmica famiglia delle intelligenze.


II.


Ed ora, prima di procedere al nostro soggetto particolare, mi sia permesso di domandare l’attenzione del lettore sopra alcuni estratti di una lettera abbastanza notevole, che pare sia stata trovata chiusa in una bottiglia galleggiante sul Mare Tenebrarum — un oceano ben descritto dal geografo Nubiano Tolomeo Hephestion, ma poco frequentato, ai giorni nostri, se non da Trascendentali e da alcuni altri palombari d’idee strane. La data di questa lettera, lo confesso, mi sorprende ancor più particolarmente che il suo contenuto; perchè pare che sia stata scritta nell’anno duemila ottocento quarantotto. In quanto ai brani che sto trascrivendovi, essi parleranno, io imagino, abbastanza da sè medesimi1

«Sapete, mio caro amico», dice lo scrittore indirizzandosi, senza dubbio, ad un suo contemporaneo, «sapete che è poco più di ottocento o novecento anni fa, che i metafisici acconsentirono per la prima volta a liberare la gente dalla singolare fantasia che non esistono che due vie praticabili per giungere alla Verità! Credetelo se lo potete! Sembra, tuttavia, che molto tempo fa, nella notte dei tempi, vivesse un filosofo Turco chiamato Aries e soprannominato Tottle.» (Qui probabilmente lo scrittore della lettera intendeva dire Aristotele; i migliori nomi si sono disgraziatamente corrotti in due o tremila anni.)

«La fama di questo grande uomo dipendeva principalmente dalla sua dimostrazione che lo starnuto è una naturale disposizione per mezzo della quale i profondissimi pensatori possono espellere le idee superflue attraverso al naso, però egli ottenne non minore celebrità come il fondatore o almeno come il principale propagatore di ciò che fu detto la filosofia deduttiva o a priori. Egli prese per punto di partenza quegli assiomi, o verità evidenti per sè stesse: e il fatto ora ben noto che nessuna verità è evidente per sè stessa, realmente non nuoce punto alle sue speculazioni: era sufficiente per il suo scopo che le verità in questione fossero del tutto evidenti. Dagli assiomi egli procedeva, logicamente, ai risultati. I suoi più illustri di-

  1. Questa lettera si accorda in complesso coi passaggi di “Mellonta Tanta vol II„, pagg. 520-53, Ed.