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EUREKA



È con umiltà realmente sincera — è con un sentimento anzi di spavento — che io scrivo la sentenza introduttiva di questo lavoro: perchè io mi avvicino al lettore col più solenne — col più comprensivo — col più difficile e più augusto fra tutti gli argomenti imaginabili.

Quali termini troverò sufficientemente semplici nella loro sublimità sufficientemente sublimi nella loro semplicità per la semplice enunciazione del mio tema?

Io ho l’intenzione di parlare dell’Universo Fisico, Metafisico e Matematico — Materiale e Spirituale: — della sua Essenza, della sua Origine, della sua Creazione, della sua Condizione Presente e del suo Destino. Sarò così temerario, oltre a ciò, da sfidare le conclusioni, e ciò allo scopo di porre in questione la sagacità di molti uomini fra i più grandi e i più giustamente riveriti.

Per cominciare lasciatemi esporre il più chiaramente possibile — non il teorema che io spero di dimostrare — perchè, ad; onta di tutte le asserzioni dei matematici, non vi è, in questo mondo almeno, nessuna dimostrazione; ma l’idea principale che è in tutto il mio volume e che io tenterò continuamente di suggerire.

La mia proposizione generale, ora, è questa; — Nell’Unità Originale del Primo Essere sta la Causa Secondaria di Tutti gli Esseri, col Germe del loro Inevitabile Annientamento. Per illustrare questa idea io mi propongo di fare un esame dell’Universo, in modo che la mente possa essere realmente capace di ricevere e percepire un’impressione individuale.

Colui che dalla cima dell’Etna getta i suoi occhi lentamente attorno, è impressionato principalmente dall’estensione e dalla diversità della scena. Soltanto facendo un rapido giro sulle sue calcagna potrebbe sperare di comprendere il panorama nella sublimità della sua unità.

Ma come sulla sommità dell’Etna nessun uomo ha mai pensato di girare rapidamente sulle sue calcagna, così nessun uomo ha mai concentrato nel suo cervello la completa unità