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presso al capo, fra il diaframma e il collo, acciocchè ella, obbediente alla Ragione, per forza insieme con lei affrenasse l’altra parte concupiscibile, quando ai savii comandamenti che si bandiscono su dalla rocca non volesse ella per niuno modo ubbidire di buona voglia. E il cuore, nodo delle vene e fontana del sangue, il quale per tutte le membra aggirasi con empito, posero nella stanza dei satelliti; acciocchè, quando l’ira bolle, allora la Ragione dando la nuova che alcuna iniqua operazione si fa da fuori nelle membra, ovvero di dentro per i desiderii, ratto quanto è sensitivo nel corpo, sentendo per coteste viuzze i conforti e le minacce, tornasse ubbidiente a Ragione e seguissela in tutto, lasciando per cotale modo sovra sè donneggiare la parte di noi la quale è più gentile. Al picchiar forte del cuore nell’aspettazion di cose paurose e al gonfiare dell’ira, preconoscendo gl’Iddii che avea a generarsi per fuoco tutto questo rigoglio degli irati, a fin di procacciare un cotale aiuto al cuore, piantarono dentro il petto la figura del polmone, il quale è morbido, senza sangue, e insieme tutto è forato dentro a celluzze, come spugna, acciocchè, con ricevere aria e bevanda e con dare refrigerio, procurasse respiro e sollievo nell’ardore. E però eglino incisero nel polmone i canali dell’arteria, e quello siccome molle e cedevole posero attorno al cuore; acciocchè,