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viii


cavata la fossa che raccoglierà in sè i morti corpi, i piú deboli si restringono con i piú forti; cosí io con voi. E la fossa noi la vedemmo davvero, e vedemmo riporre ivi, disparendo nel cospetto degli uomini uno dopo l’altro, subitamente, quelli che, rigogliosi e fieri, poco fa erano avanti a noi, assai nominati, e con i quali io disputai non poco, ma senza alcuno odio o dispetto. E ivi entro anco riporranno me; e la tenebra, come loro, involgerà me similmente. Su la quale tenebra, che molto è paurosa, il corporale sole, le laudi, le effigie e ogni umano argomento non avranno possanza. Ma Cristo, se umiliamo noi a lui nella ora ultima, la chiarificherà. E voi, mio buono amico, che di Lui avete pensato nelle vigili notti per sì grande spazio di tempo, pregate Lui, perchè, rimossa da noi la nostra mortalità, i nostri avversarii e noi e tutti egli allegri con il lume della sua chiarezza.


Bologna, addi 30 di Luglio del 1886.

Francesco Acri