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di muoversi e rigirare gli uni per entro gli altri. Ciò noi chiariamo ora in questa forma. Posciachè abbracciato ebbe il cielo tutti i generinota, essendo egli circulare e naturalmente voglioso di raccogliersi seco medesimo, sì li strinse e non lasciò rimanere spazio alcuno vuoto. Onde il fuoco per tutto trascorse velocissimamente; l’aria secondamente, come quella che in sottigliezza è seconda al fuoco; e così gli altrinota: imperocchè lasciando i corpi fatti di grandissime parti grandissimo vacuo nella composizione loro, e piccolissimo quelli fatti di parti piccolissime, il costringimento che seguita alla pressura caccia i piccoli corpi per entro agl’intervalli dei grandi. E i piccoli, cacciati per entro ai grandi, li discernono; e questi, a loro volta, quelli adunano: onde tutti i corpi sono portati su e giù ai proprii loro luoghi; imperocchè ciascuno di essi corpi muta sito con mutare grandezza. E così perseverando in perpetuo la generazione della disuguaglianza, ella è cagione del perpetuo moto de’ corpi; il quale è e sarà senza intermissione.

XXIV.

Dopo ciò è da considerare che sono molte specie di fuoco, come la fiamma; e quello che si sparge dalla fiamma e non arde, ma sì porge lume agli occhi; e 1 2

  1. De’ corpi, cioè fuoco, aria, acqua e terra.
  2. Cioè, secondo la proporzionalità medesima.