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sieri pur nati ora nella mente, si compongano da sè in nuovo modo; e poi perchè nei Ragionamenti bellissimi dell’Armonia Universale avete voi reso il Timeo in cristiana forma.

Cosí dissi allora e ridico oggi, aggiungendo quest’altra ragione: cioè, che vedendo ora piú chiaramente che mai per lo innanzi, che, come dice Platone, solo riposato su una parola divina, e non su le variabili opinioni de’ cosí detti nuovi uomini scenziati, passare si può, come in secura nave, il mare della vita, a coloro io ho bisogno di accostarmi, i quali di quella mi ragionano con sapienza. E la vostra sapienza riluce in ogni libro vostro, perchè scritto, non pure bene, ma per il bene; sí nell’Armonia che ho mentovato, come nell’Arte del Dire e nella Vita di Cristo; dove mostrate che vera scienza e bellezza vera e vera civiltà sono con vera Religione una medesima cosa. E a ciò che scritto avete nei libri voi date prova di credere molto fermamente con l’esempio della intera e diritta e uguale vita, della quale un segno anco è nella macra e dignitosa figura, e nell’austero viso.

E di questa fermezza vostra io mi ricordo alcuna cosa: perocchè quando gli Eghelliani a Napoli baldanzeggiavano, e, impetuosi cosí com’erano, parea che ogni mente avessero seco loro a travolgere;