Pagina:Platone - Il Timeo e l'Eutifrone, Acri, 1889.djvu/46

voi, feci manifesta. E quanto è a quella parte di loro, la quale conviene che abbia un nome cogl’Immortali, e che si addomanderà divina, e in quelli di loro sarà duce, i quali vorranno seguitare giustizia, io ve ne porgerò la semenza con la germoglia. Quanto è all’altro, sovrattessendo voi la natura immortale a quella mortale, sí fate e generate animali, e nutricateli, e allevateli, e, venendo essi a morte, riceveteli novamente.

XIV.

Disse queste cose. Poi di nuovo, nel vaso nel quale temperato avea e meschiato l’anima dell’universo, i sopravvanzati elementi gittò e rimeschíò, quasi nella maniera medesima: se non che non eran come quelli, ma sí bene secondi e terzi in ischiettezza. E ne fa un tutto, e lo diparte in tante anime, quanti sono gli astri, a ciascuno di questi distribuendo una di quelle. E postole ivi, cosí come in cocchio, mostrò loro la natura dell’universo; e le fatali leggi disse a loro: che il primo nascimento a tutti sarà uno medesimo, perchè da lui non fosse diminuito niuno: che disseminate ciascuna in uno strumento di tempo che a lei convenisse, sí avrà a nascere l’animale piú pio; e da poi che la umana natura è gemina, piú forte sarà quel sesso il quale dipoi si addomanderà maschio: che come elle sa