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quei dell’altra, il tre; e ordinò che i cerchi andassero con moto contrario, tre simigliantemente veloci, e quattro dissimigliantemente e inverso ai tre e fra loro, ma tutti commisuratamente.

IX.

Compiuto che ebbe Iddio l’anima secondo la mente sua, ordinò dentro lei tutto quello che è corporale, e, disposando centro con centro, sí li recò ad armonia. E l’anima dal mezzo insino a ogni parte del corpo dilatata in cerchio, e di fuori fasciatolo, sè in sè rivolgendo incominciò divino principio d’intellettuale vita, durabile in perpetuo. E cosí fatto è visibile il corpo del cielo, l’anima poi invisibile; ma essendo ella partecipe di ragione e armonia, ella è infra tutte le generate cose la piú buona fattura del piú buono degl’intelligibili eternali enti. E come quella che temperata era di queste tre parti, della natura del Medesimo, di quella dell’altro e della essenza la quale è nel mezzo, e partita era e collegata proporzionatamente; e come quella che a sè medesima in perpetuo torna per lo suo circulare; ogni volta ch’ella attinga cosa di natura atta a esser divisa, o vero no, movendosi tutta quanta dice quella a quale cosa sia medesima, e da quale diversa; e specialmente ella dice con qual riferimento, e come, e dove, e quando avvenga a ciascuna delle generate cose di esser cosí o cosí passionate, e in rispetto