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essola nel mezzo, distese per tutte le parti di quello e con essa involselo di fuori tutto d’intorno: e così fatto è un solo cielo, solitario, per la virtù sua contento di abitare seco medesimo, di niuno altro non bisognoso, e di sè medesimo conoscitore e amatore assai; e però fatto è Iddio beato. L’anima, non così come ne prendiamo noi a favellare dopo il corpo, Iddio la fe’ anco più giovine; perocchè egli che li disposò tutt’e due, mai non avrebbe lasciato che il più giovine governasse il più vecchio. Ma da poi che molto noi siamo alla balìa del caso, così parliamo anco un po’ a caso alcune volte. Ma l’anima è prima per nascimento e gentilezza, e più antica del corpo, siccome quella che avea a donneggiare, e il corpo a ubbidire: e Iddio la fe’ di questi principii, in questa forma.

Della indivisibile essenza, la quale è medesima eternalmente, e di quella la quale nei corpi generasi di visibile, egli contemperò una terza specie di essenza, la quale sta nel mezzo di quelle due, partecipe della natura del Medesimo e di quella dell’ altro; e nel mezzo di quelle due sì la pose. e, pigliate che ebbele tutt’e tre, le meschiò in una specie; contemperando per forza la natura dell’ altro, indocile a meschianza, con quella del medesimo. e, meschiato queste due nature1 con la essenza (cioè con la natura che media è fra

  1. cioè, quella dell’ altro, e quella del medesimo; quella dov’è più variabilità, e quella dov’è più invariabilità.