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il dì dei Fanciulletti, e quello che usati sono di fare ogni volta, si fe’ allora: i nostri padri ci posero premii di recitazione di canti. E ne furon recitati assai, di diversi poeti; ma io e altri molti figliuoli cantammo specialmente quelli di Solone; perchè di quel tempo eran cosa nuova. Un certo uomo della nostra tribù, o perchè così gli paresse, o per far piacere a Crizia, disse che Solone pareva a lui, non solo nelle altre parti il maggiore sapiente che mai fosse, ma ancora in poesia più notabile di tutt’i poeti. Il vecchio, mi par di vederlo, tutto si rallegrò; e, sorridendo, gli disse: O Aminandro, se la poesia egli avesse coltivato, non a sollazzo, ma sì come altri studiosamente, e compiuto l’istoria che ci recò egli qua dall’Egitto, la quale le sedizioni e i mali che trovò, facendo ritorno, necessitarono a trascurare; secondo mio avviso nè Esiodo, nè Omero, nè qualunque altro poeta si voglia, mai non sarebbe venuto in maggiore fama di lui. Quegli domandò:


    [testo greco]qui nomen habebat ἀπὸ τοῦ τοὺς κούρους καὶ τὰς κόρας ἐγγράφειν εἰς τὰς φρατρίας. Hoc igitur die, quo puerorum nomina in curialium tabulas referebantur, parentes faciendum putarunt, ut adultioribus praemia (ἀθλὰ) carminum recitationis proponerentur, quod vel oblectationis causa ita institutum fuit, vel etiam eo factum consilio, ut pueri documentum aliquod atque specimen humanitatis et eruditionis, quam consecuti essent, publice exhiberent.» Secondo alcuni in questo dì i giovinetti si recidevano i capelli, e però la κουρεῶτις (da κουρά) significherebbe il dì della tonditura dei giovinetti.