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ogni natura di morbi somiglia in alcuno modo a quella degli animali. In vero, non solo tutto l’universal genere degli animali ha in sè, in fino dalla nascita sua, preordinato e fatato i tempi di sua vita, ma ancora ogni singolo animale nascendo reca in sè medesimo il fato suo, salvo ciò che gli possa incontrare per operazion della Necessità: imperocchè i triangoli, ne’ quali tosto da principio celasi la possanza di ogni animale, son composti così che bastano sino a certo tempo; di là dal quale più non può alcuno mai avere vita. E il medesimo è de’ morbi, i quali, quando alcuno di qua dal fatale tempo guastare voglia con suoi medicamenti, di piccoli si fan gravi, e di pochi, molti: onde conviene governarli tutti vivendo quanto si può vita regolata, e non farli malignare usando medicamenti.

XLIII.

E, ragionando noi di tutto l’animale e del corpo suo, basta ciò che detto è quanto al modo come l’uomo governando sè e da sè governato viverebbe perfettamente secondo ragione. Ma convien prima che si apparecchi secondo potere la parte che ha a donneggiare acciocchè ella sia bellissima e molto buona al governamento. Ma e’ sarebbe tema sufficiente a un’opera di per sè, a voler ragionare di ciò con cura; nientedimeno se mai alcuno fosse vago di parlarne incidentalmente seguendo ciò che detto è di sopra, egli potrebbe non isconvenientemente