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ile, e ne’ divinissimi giri del capo spargendosi e turbandoli, se vien nel sonno, è mite un poco; ma se ci assale in vegghia, egli è più malagevole che vada via. E questo morbo, perocchè ei si avventa a natura o organo sacro1, si dice sacro molto dirittamente. La flemma acida e salsa è fonte di tutt’i morbi distillativi e secondo i varii luoghi per li quali essi distillano, ha ricevuto nomi varii. Di tutte quelle parti poi del corpo le quali si dicono affiammate, egli è la bile che incende e affiamma. E la bile, poniamo che respiri di fuori, manda su ogni specie di tumidezze, ribogliendo; compressa poi dentro, fa morbi molti e urenti; e il più grave si è quando essa, mischiata con puro sangue, guasta l’ordinamento delle fibre: le quali furono seminate nel sangue acciocchè misuratamente egli avesse sottilità e crassezza; e non gettasse fuor per li pori del corpo come fluido, per lo soperchio caldo; nè come pigro, perchè denso di molto, a stento per entro dalle vene sè rivolvesse. Or le fibre per loro naturale virtù salvano la convenevole misura, le quali, ancorachè morto e diacciato il sangue, se alcuno raccolga, tutto l’altro sangue che rimane sì torna iscorrevole; subitamente poi si rappiglia per lo freddo d’intorno, se le rilascia. Da poi che hanno le fibre questa possanza nel sangue, la bile che è di

  1. Cioè al capo ch’è luogo del principio razionale e rende immagine dell’universo per la sua figura.