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e aria e per tutte quelle cose che di loro si fanno, e nulla è che il rattenga. La medesima cosa è a pensare del nostro ventre, cioè che i cibi e bevande quando vi calan giù dentro, ei li rattiene; ma non aria nè fuoco, essendo più piccole le parti componitive di quelli, che non le sue proprie. Del fuoco e aria così dunque usò Iddio per lo conducimento dell’acqua dal ventre per entro alle vene. Tesse egli una cotal nassa d’aria e fuoco intrecciati insieme, con due cestelli alla bocca, dei quali uno si gemina: e dai cestelli stende in giro per tutto, infino alla estremità della nassa, come giunchi. E tutto il di dentro della nassa fa di fuoco; i cestelli e il loro di dentro, di aria.

E Iddio, pigliato la nassa, ne irretisce il formato animale in cotale modo; uno de’ cestelli messe giù per la bocca, e, da poi ch’esso era gemino, l’un de’ cestellini suoi mette giù per le arterie dentro il polmone, e