Pagina:Platone - Il Timeo e l'Eutifrone, Acri, 1889.djvu/104

non consente per niuno modo di avere fitto osso e molta carne, insieme con sentimento acuto. Veramente ciò, più che per alcun altro organo, si sarebbe fatto per il capo; e se gli uomini aveano carnuto il capo e nerboruto e forte, godevano vita due volte anzi molte volte più lunga e sana e franca di dolori, che non com’ella è al presente. Ma i nostri Fabbri, pensando nel cuore loro se e’ convenisse fare noi di vita più lunga ma più cattivi, ovvero più buoni e di vita più breve, avvisarono che a una vita lunga e mala fosse per ogni ragione da porre innanzi una vita breve e buona. E però eglino copersero il capo di raro osso, ma non di carni e nervi, non avendo il capo a piegare niuna sua parte. E per le dette ragioni annestato è al corpo di ogni uomo il capo, fatto sì di senso e di mente più vivace, ma più debole molto. E però pose Iddio nervi giù allo estremo del capo, avvolgendone il collo, e ivi li saldò per virtù di lor somiglianza, e legò con essi le chiavi delle mascelle sotto alla faccia, e gli altri nervi disseminò per tutte le membra, articolazione adattando ad articolazione.

Ci ornarono la bocca, quelli che ci ornarono, di denti, lingua e labbra, a cagion di cose necessarie e di cose bonissime, al modo com’ella è presentemente; ordinando la entrata per lo ministerio delle cose necessarie,